Dolorosi martir, fieri tormenti, Duri ceppi, empi lacci, aspre catene, Ov'io la notte i giorni, ore e momenti Misero piango il mio perduto bene; Triste voci, querele, urli, e lamenti, Lagrime spesse e sempiterne pene Son' il mio cibo e la quiete cara Della mia vita, oltre ogni assenzio amara.