Abissi di spavent'a tre caverne, spelonch'oscure affumieate grotte, dove vive la morte, O ve hà riddorto l'irato Rè del Ciel le pen'eterne, valli di pianto e ho rendo foss'inerme, me albergo de horrori e della notte dove dal Ciel l'eterni leggi rotte, cader peccando le virtu superne, centri dove boll'ogn'hor l'ira del Cielo dove rode d'ovard'e dove agghiacca crudo verme aspuro foccorrido gelo spaventato il mio cor tal che non faccia piu scherni al Rè ch'al formidabil telo e a lempio con furor morte minaccia.