PRIMO INTERMEDIO [Precede il primo atto] i.o Cavaliere. Deh qual voce al cor discendemi ? 2.0 Cavaliere. Deh qual duce all'armi invitami ? 3.0 Cavaliere- Chi d'onor il petto accendemi ? 4.0 Cavaliere» Chi mi sprona e a gloria incitami ? Tutto il Coro de^ Cavalieri. Ben da te le grazie scendono, Santa fè, ch'in noi risplendono. Due voci. Vedi ornai che s'avvicinano Tuoi guerrier che qui t'onorano, Che devoti a te s'inchinano Il tuo nome in terr' adorano, Che n'inviti al regno stabile, Diva eccelsa ed ammirabile. La Religione sola. Accingetevi ornai, prodi guerrieri, A grandi imprese, ad onorati affanni ; Tutti movete, invitti cavalieri, A debellar i perfidi Ottomanni: Stansi dov'è periglio i pregi veri. Sia vostro oggetto il soggiogar tiranni ; £ ritogliendo ai Traci ingiuste prede Farv' immortali e dilatar la fede. Coro de' medesimi Cavalieri che in segno di giuramento tnessero mano alli stocchi. Con i cor le lingue (i) giurano Tua difesa audaci prendere. Sparger sangue ornai non curano E col ferro ogn' or difendere I tuoi tempi, ove s'accendono Quegl'odor eh' in alto ascendono. Coro di Viriti celesti mostrando corone e palme, A virtù rara Di nobil alme, II ciel prepara Corone e palme ; Per breve guerra Gioir' eterno Nel ciel superno Gode la terra, E ne divien la morte Varco felice alla stellata corte. (La nuvola della Religione già sollevata in alto si nascose) Coro di Cavalieri partendo. Su tutti all'armi, tutti alle sponde, Tutti all' imbarco, suona la tromba, Udite il grido che ne rimbomba ; Placido è il vento, tranquille l'onde ; Udite il suon de' bronzi, udite il grido : Cavalieri all'imbarco, al lido, al lido. (S'udì strepito di artiglierie). SECONDO INTERMEDIO Coro di contadini e contadine (i). Le villanelle festose In si bel giorno Van per Liorno Coronate di rose. Le villanelle festose Se 'n vanno de' sposi cantando, £ la cesta portando Di fiori e frutti ripiena: Viva viva Celindo ed Elisena. O fortunata bellezza! Di noi vicini Tuoi contadini Non sdegnar la bassezza. O fortunata bellezza ! Noi lieti portiamo il paniere Con fresch'ova da bere, Con lieta front'e serena: Viva viva Celindo ed Elisena. medesimo coro partendo : Ormai torniamo alla villa, Tutti contenti Spieghiamo accenti, Con la mente- tranquilla Ormai torniamo alla villa. Godiamo e la mancia portiamo ; Al poder ritorniamo, Colà farem lieta cena: Viva viva Celindo ed Elisena. Qui segue la Sinfonia ^ come anco alla fine di ogni atto perchè si scorga la divisione di essi. TERZO INTERMEDIO Coro di Beotii (i) Su cantiamo dolcemente, Su beviamo, allegra gente! Del vin possente Mira /l colore, Senti l'odore Come dolce il labro alletta. Se tu bevi, o giovinetta, Ogni mal fuggirà via: Per l'interna frenesia Questa, quest'è la ricetta. Quel dolor eh' il cor saetta Dal tuo sen scacciar potrai, Bevi bevi e guarirai. Vóto è il fiasco del vin bianco Ecco io casco, io vengo manco, Io son già stanco. Ma nuova scorta Mi riconforta Quest'odor di mammoletta. Prendi un vetro, o giovinetta. Passa il tempo ognor cantando ; Per mandar la doglia in bando Questa, quest' è la ricetta. Quel dolor che l'alma infetta Col buon vin scacciar potrai, Bevi, bevi e guarirai. Coro, Non cascare! Sta' pur saldo ! Vo' scacciare Un si gran caldo ! Messer Tebaldo, Sera e mattina Vostra cantina A riber ciascun alletta. Prendi prendi, o giovinetta, Una tazza di Trebbiano O l'ambrosia di Panzano, Questa, quest'è la ricetta, È provata ed è perfetta, Che fallir non suol già mai Bevi, bevi e guarirai. QUARTO INTERMEDIO Cop'o di Giocatori disperati cantano : Giuocator disperati. Lasso di noi che fia Ah sventura, ah disdetta ah sorte ria ! Ai dadi io persi Testoni ed ori O miei sudori Tutti dispersi ! Quant' in Bona acquistai. Misero, in un sol di persi e giocai. Ma non vinsi una posta, Mai non venne un rincontro, Che fìa dunque di me ? Punti e zare scortesi. Pur negaste mercè : Ah gioco ingrato, che non tien fé'. Son già vote le borse, Son cresciute le voglie, Ahi fortuna, ahi perfidia, ahi fiere doglie 1 Giocando ardito Dall'alba a sera Persi a primiera Ciascuno invito. Io la spada e *1 colletto Mi giocai per capriccio e per dispetto : Mai non giunse quel sette. Mai non venne quel fante. Mai non viddi quel l'è. Ah ! trent' un traditore Ah ! primiera, ah giulè ; Ah! gioco ingrato, che non tien fé'. Sconsolati compagni, Non ci vinca il dolore Nel martir, nel soffrir cresca il valore. Corriamo in frotta Moviamo il passo Al nobil spasso Della pillotta. Con ardir, con destrezza A schermir, a parar ciascun s'avvezza ; Là si scuopre la forza. Là farem la partita Or a quattro, or a tre. Su, stracciate le carte, Lungi i dadi da me: Lungi quel gioco che non tien (e*. QUINTO INTERMEDIO Coro di marinari. Già scatenato è il piede, Tolt*è la servitù, Or, chMo v'inciampi più No '1 farò, non a fe\ pazzo è eh' il crede. Chi ti percote e fìede, Chi ti fa sul mostaccio una ferita ; Oh libertà gradita. Non ti stima e non t'apprezza Chi non provò di servitù l'asprezza. Per esser troppo ingordo Persi la libertà, Ch' io porti merce in là, Messer no, signor no, qualche balordo ! rimasi un bel tordo ; La voglia d' arrìchir m' è già partita. O libertà gradita Non ti stima e non t'apprezza Chi non provò di servitù l'asprezza. Per eh' io scappar volea L'orecchie un mi tagliò, naso un mi mozzò Vedi qui, guarda qua, ah, gente rea! D'avanzar mi credea, Ma la speranza mia restò tradita. O libertà gradita Non ti stima e non t'apprezza Chi non provò di servitù l'asprezza. ULTIMO INTERMEDIO Pallade, Fatto di rei tiranni orrendo scempio, Generosi guerrieri, ecco v*ho scorti D'eternitate al glorioso tempio; Agl'armati sudori almi conforti Premio della virtù, porge V Onore ; lo, vaga d'eternar vostro valore. Dell'alta mole alle colonne d'oro Appendo i vostri scudi e incido il nome Da stancar mille Atene e mille Rome. Al volar del tempo instabile L'aureo tempio unqua non struggesi Ch'il valor, che mai non fuggesi, S'erge al ciel vie più mirabile, Nei gran petti ogn'or si germina Né per morte ancor si termina.