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Ballo delle Ingrate



Монтеверди Клаудио - Ballo delle Ingrate - текст песни (слова)

AMORE
 De l'implacabil Dio
 Eccone giunt'al Regno,
 Seconda, O bella Madre, il pregar mio.
 
 VENERE
 Non tacerà mia voce
 Dolci lusinghe e prieghi
 Finhe l'alma feroce
 Del Re severo al tuo voler non pieghi.
 
 AMORE
 Ferma, Madre, il bel piè, non por le piante
 Nel tenebroso impero,
 Che l'aer tutto nero
 Non macchiass'il candor del bel sembiante:
 Io sol n'andrò nella magion oscura,
 E pregand'il gran Re trarotti avante.
 
 VENERE
 Va pur come t'agrada. Io qui t'aspetto,
 Discreto pargoletto.
 (Sinfonia)
 
 Udite, Donne, udite! I saggi detti
 Di celeste parlar nel cor servate:
 Chi, nemica d'amor, nei crudi affetti
 Armerà il cor nella fiorita etate,
 (Sinfonia)
 
 Sentirà come poscia arde a saetti
 Quando più non avrà grazia e beltate,
 E in vano risonerà, tardi pentita,
 Di lisce e d'acque alla fallace aita.
 
 PLUTONE
 Bella madre d'Amor, che col bel ciglio
 Splender l'Inferno fai sereno e puro,
 Qual destin, qual consiglio
 Dal ciel t'ha scorto in quest'abisso oscuro?
 
 VENERE
 O de la morte innumerabil gente
 Tremendo Re, dal luminoso cielo
 Traggemi a quest'orror materno zelo:
 Sappi che a mano a mano
 L'unico figlio mio di strali e d'arco
 Arma, sprezzato arcier, gli omer e l'ali.
 
 PLUTONE
 Chi spogliè di valore l'auree saette
 Che tante volte e tante
 Giunsero al cor de l'immortal Tonnante?
 
 VENERE
 Donne, che di beltate e di valore
 Tolgono alle più degne il nome altero,
 Là, nel Germano Impero,
 Di cotanto rigor sen van armate,
 Che di quadrell'aurate
 E di sua face il foco
 Recansi a scherzo e gioco..
 
 PLUTONE
 Mal si sprezza d'Amor la face e'l telo.
 Sallo la terra e'l mar, l'inferno e'l cielo.
 
 VENERE
 Non de' più fidi amanti
 Odon le voci e i pianti.
 Amor, Costanza, Fede
 Non pur ombra trovar può di mercede.
 Questa gli altrui martiri
 Narra ridendo. E quella
 Sol gode d'esser bella
 Quando tragge d'un cor pianti e sospiri.
 Invan gentil guerriero
 Move in campo d'honor, leggiadro e fiero.
 Indarno ingegno altero
 Freggia d'eterni carmi
 Beltà che non l'ascolta e non l'aprezza.
 Oh barbara fierezza!
 Oh cor di tigre e d'angue!
 Mirar senza dolore
 Fido amante versar lagrime e sangue!
 E per sua gloria, e per altrui vendetta
 Ritrovi in sua faretra Amor saetta!
 
 PLUTONE
 S'invan su l'arco tendi
 I poderosi strali,
 Amor che speri, e che soccorso attendi?
 
 AMORE
 Fuor de l'atra caverna
 Ove piangono invan, di Speme ignude,
 Scorgi, Signor, quell'empie e crude!
 Vegga, vegga sull'Istro
 Ogni anima superba
 A qual martir cruda beltà si serba!
 
 PLUTONE
 Deh! Chi ricerchi, Amor!
 Amor, non sai che dal carcer profondo
 Cale non è che ne rimeni al mondo?
 
 AMORE
 So che dal bass'Inferno
 Per far ritorno al ciel serrato è il varco.
 Ma chi contrasta col tuo poter eterno?
 
 PLUTONE
 Saggio signor se di sua possa è parco.
 
 VENERE
 Dunque non ti rammenti
 Che Proserpina bella a coglier fiori
 Guidai sul monte degli eterni ardori?
 Deh! Per quegli almi contenti,
 Deh! Per quei dolci amori,
 Fa nel mondo veder l'ombre dolenti!
 
 PLUTONE
 Troppo, troppo possenti
 Bella madre d'Amore,
 Giungon del tuo pregar gli strali al cuore!
 Udite! Udite! Udite!
 O dell'infernal corte
 Fere ministre, udite!
 
 OMBRE D'INFERNO
 Che vuoi? Ch'imperi?
 
 PLUTONE
 Aprite aprite aprite
 Le tenebrose porte
 De la prigion caliginosa e nera!
 E de l'Anime Ingrate
 Trahete qui la condannata schiera!
 
 VENERE
 Non senz'altro diletto
 Di magnanimi Regi
 Il piè porrai ne l'ammirabil tetto!
 Ivi, di fabri egregi
 Incredibil lavoro,
 O quanto ammirerai marmorii fregi!
 D'ostro lucent' e d'oro
 Splendon pompose le superbe mura!
 E per Dedalea cura,
 Sorger potrai tra l'indorate travi,
 Palme e trionfi d'innumerabil Avi.
 Ne minor meraviglia
 Ti graverà le ciglia,
 Folti Theatri rimirando e scene,
 Scorno del Tebro e de la dotta Atene!
 Qui incominciano apparire le Donne Ingrate,
 et Amore e Venere così dicono:
 
 AMORE E VENERE
 Ecco ver noi l'adolorate squadre
 Di quell'alme infelici. Oh miserelle!
 Ahi vista troppo oscura!
 Felici voi se vi vedeva il fato
 Men crude e fere, o men leggiadre e belle!
 Plutone rivolto verso Amore e Venere così dice:
 
 PLUTONE
 Tornate al bel seren, celesti Numi!
 Rivolto poi all'Ingrate, così segue:
 
 PLUTONE
 Movete meco, voi d'Amor ribelle!
 Con gesti lamentevoli, le Ingrate a due a due
 incominciano a passi gravi a danzare la presente entrata,
 stando Plutone nel mezzo, camminando a passi naturali e gravi.
 Giunte tutte al posto determinato,
 incominciano il ballo come segue.
 (Sinfonia)
 
 Danzano il ballo sino a mezzo;
 Plutone si pone in nobil postura,
 rivolto verso la Principessa e Damme, così dice:
 
 PLUTONE
 Dal tenebroso orror del mio gran Regno
 Fugga, Donna, il timor dal molle seno!
 Arso di nova fiamma al ciel sereno
 Donna o Donzella per rapir non vegno.
 E quando pur de vostri rai nel petto
 Languisce immortalmente il cor ferito,
 Non fora disturbar Plutone ardito
 Di cotanta Regina il lieto aspetto.
 Donna al cui nobil crin non bassi fregi
 Sol pon del Cielo ordir gli eterni lumi,
 Di cui l'alma virtù, gli aurei costumi
 Farsi speglio dovrian Monarchi e Regi.
 Scese pur dianzi Amor nel Regno oscuro.
 Preghi mi fè ch'io vi scorgessi avanti
 Queste infelici, ch'in perpetui pianti
 Dolgonsi invan che non ben sagge furo.
 Antro è la giù, di luce e d'aer privo,
 Ove torbido fumo ogni hor s'aggira:
 Ivi del folle ardir tardi sospira
 Alma ch'ingrata hebbe ogni amante a schivo.
 Indi le traggo e ve l'addito e mostro,
 Pallido il volto e lagrimoso il ciglio,
 Per che cangiando homai voglie e consiglio
 Non piangete ancor voi nel negro chiostro.
 Vaglia timor di sempiterni affanni,
 Se forza in voi non han sospiri e prieghi!
 Ma qual cieca ragion vol che si nieghi
 Qual che malgrado alfin vi tolgon gli anni?
 Frutto non è di riserbarsi al fino.
 Trovi fede al mio dir mortal beltate.
 Poi rivolto al Anime Ingrate, così dice:
 Ma qui star non più lice, Anime Ingrate.
 Tornate al lagrimar nel Regno Inferno!
 Qui ripigliano le Anime Ingrate la seconda parte
 del Ballo al suono come prima,
 la qual finita Plutone così gli parla:
 Tornate al negro chiostro,
 Anime sventurate,
 Tornate ove vi sforza il fallir vostro!
 Qui tornano al Inferno al suono della prima entrata,
 nel modo con gesti e passi come prima,
 restandone una in scena, nella fine facendo il lamento
 come segue; e poi entra nell'Inferno:
 
 UNA DELLE INGRATE
 Ahi troppo Ahi troppo è duro!
 Crudel sentenza, e vie più crude pene!
 Tornar a lagrimar nell'antro oscuro!
 Aer sereno e puro,
 Addio per sempre! Addio per sempre,
 O cielo, o sole! Addio lucide stelle!
 Apprendete pietà, Donne e Donzelle!
 
 QUATTRO INGRATE insieme
 Apprendete pietà, Donne e Donzelle!
 
 Segue UNA DELLE INGRATE
 Al fumo, a gridi, a pianti,
 A sempiterno affanno!
 Ahi! Dove son le pompe, ove gli amanti!
 Dove, dove sen vanno
 Donne che si pregiate al mondo furo?
 Aer sereno e puro,
 Addio per sempre! Addio per sempre,
 O cielo, o sole! Addio lucide stelle!
 Apprendete pietà, Donne e Donzelle!   
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