Sia vile agli altri, e da quel solo amata a cui di sé fece sì larga copia. Ah, Fortuna crudel, Fortuna ingrata! trionfan gli altri, e ne moro io d'inopia. Dunque esser può che non mi sia più grata? dunque io posso lasciar mia vita propia? Ah, più tosto oggi manchino i dì miei, ch'io viva più, s'amar non debbo lei!