La pastorella mia spieiata e rigida che nott'e giorn'al mio soccorso chiamola si sta superba e più che giaccio frigida. Ben sanno questi boschi quant'io amola Sannolo fiumi, monti fiere et homini ch'ogn' hor piangendo e sospirando bramola. Ecco rimbomba e spesso in dietro voltami le voci; che si dolci in aria sonano: e ne l'orecchie il bel nome risoltami. Sallo quante fiate il dì la nomini il gregge mio chegià tutt'hore ascoltami; o ch'egli in selva pasco o in mandra romini. Quest'alberi di lei sempre ragionano e ne le scorze scritta la dimostrano ch' a pianger spesso et a cantar mi spronano.